
La discriminazione nell’accesso all’alloggio per i cittadini stranieri è, purtroppo, una prassi consolidata e costituisce una forma di razzismo silente, poco percepito dalla comunità e difficile da contrastare.
Ogni giorno i migranti alla ricerca di una casa si imbattono in annunci ove sono riportate frasi del tipo “si richiede massima serietà, no stranieri“, “no extracomunitari“, “solo a referenziati italiani, no stranieri“.
Queste odiose forme di discriminazioni non riguardano solo le locazioni di abitazioni private bensì anche gli alloggi di edilizia residenziale pubblica. E’ competenza dello Stato stabilire l’offerta minima di alloggi e la determinazione dei principi volti a garantire l’uniformità dei criteri di assegnazione degli alloggi appartenenti all’edilizia popolare, mentre è di competenza delle Regioni la gestione del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica ed è proprio nei bandi di alcune Regioni che troviamo inseriti elementi smaccatamente discriminatori nei confronti dei cittadini stranieri.
E’ importante considerare che l’art. 43 del TU sull’immigrazione (D.L.vo n. 286/1998) intitolato “Discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi” stabilisce che chiunque illegittimamente imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’istruzione, alla formazione e ai servizi sociali e socio assistenziali allo straniero regolarmente soggiornante in Italia soltanto in ragione della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionalità.
E’ più facile fare finta di niente e credere che la questione non ci riguardi, invece ci riguarda eccome. Immaginate di essere da sole in un paese straniero, non conoscete bene la lingua, siete sole e avete con voi i vostri figli. Nessuno vi affitta una casa. Eppure avete tutte le carte in regola per ottenere la locazione di un appartamento. L’unica vostra colpa è quella di essere una migrante.
La nostra indifferenza ci rende complici di questa ingiustizia sociale. Bisogna che rispolveriate la vostra coscienza civile e vi opponiate con forza a queste odiose pratiche discriminatorie. Parlatene con i vostri amici, scrivetene sui vostri profili social, rendete consapevoli i vostri concittadini. Non lasciate che i nostri diritti civili vengano ricoperti dal vostro silenzio.
Discrimination in access to housing for foreign citizens is, unfortunately, an established practice and constitutes a form of silent racism, little perceived by the community and difficult to counter.
Every day migrants looking for a house come across advertisements where phrases such as “seriousness is requested, no foreigners”, “no non-EU citizens”, “only to Italian referrals, no foreigners”.
These hateful forms of discrimination not only concern the leasing of private homes but also the housing of public residential buildings. It is the State’s responsibility to establish the minimum supply of housing and to determine the principles aimed at ensuring the uniformity of the criteria for the allocation of housing belonging to public housing, while it is the responsibility of the Regions to manage the public housing real estate and it is precisely in the notices of some Regions that we find blatantly discriminatory elements towards foreign citizens.
It is important to consider that art. 43 of the TU on immigration (Legislative Decree No. 286/1998) entitled “Discrimination for racial, ethnic, national and religious reasons” states that anyone illegitimately imposes more disadvantageous conditions or refuses to provide access to employment, accommodation, education, training and social and social assistance services to foreigners legally residing in Italy only because of their status as a foreigner or belonging to a specific race, religion, ethnicity or nationality.
It is easier to pretend nothing and believe that the matter does not concern us, instead it concerns us all right. Imagine that you are alone in a foreign country, you do not know the language well, you are alone and you have your children with you. Nobody rents a house there. Yet you have all the credentials to obtain the rental of an apartment. Your only fault is that of being a migrant.
Our indifference makes us complicit in this social injustice. You need to brush up on your civil conscience and strongly oppose these hateful discriminatory practices. Talk about it with your friends, write it on your social profiles, make your fellow citizens aware. Don’t let our civil rights be covered by your silence.